La mastoplastica riduttiva è l’intervento di riduzione del seno, che permette di diminuire il volume di un seno troppo grande o di correggere un’asimmetria mammaria. Ridurre una mammella grande e cadente, sgravando la donna da un peso eccessivo che in caso di gigantomastia compromette perfino la stabilità della colonna vertebrale, giova non solo all’aspetto esteriore del corpo. A beneficiarne è anche lo stato psicologico della paziente. Molte donne giovani si vergognano dall’avere una mammella troppo grande tanto quanto, se non di più, della donna col seno totalmente piatto.
La mastoplastica riduttiva è indicata per donne giovani, adulte e anziane che presentano un seno eccessivamente voluminoso, da cui possono derivare disturbi quali: dolore alla schiena, alterazione della postura e deformazione della colonna vertebrale (lordosi e scoliosi); difficoltà di respirazione; ulcerazione nella piega sottomammaria; problemi di natura psicologica che possono compromettere la vita quotidiana. Prima di intervenire è consigliabile attendere lo sviluppo completo del seno che avviene solitamente verso la maggiore età. La gigantomastia è una deformità che può portare ad avere una mammella di una sesta-ottava misura e a divenire una vera e propria patologia. L’ipertrofia della vergine o gigantomastia in epoca pre-adolescenziale è una grave forma di espansione della mammella, progressiva e incontrollata, che può produrre dolore e perfino lacerazioni della pelle estremamente tesa; è molto rara e non richiede una mastectomia ma una imponente riduzione della ghiandola. Richiede l’operato di chirurghi plastici esperti, non fidarsi di medici che nei loro titoli hanno scritto chirurgia estetica e non è invece dichiarato espressamente lo stato di specialista in chirurgia plastica, questo vale per tutti gli interventi di chirurgia del seno soprattutto.
Nei casi più severi o nei casi con documentate ricadute sulla colonna vertebrale attestate da valutazioni di medici fisiatri o ortopedici la mastoplastica riduttiva può essere mutuabile a carico del SSN ma il consiglio per questo intervento così delicato ed irreversibile è rivolgersi a chirurghi specialisti e reparti di chirurgia plastica qualificati.
Prima dei quarant’anni è generalmente sufficiente un’ecografia prima di sottoporsi all’intervento. Dopo i quarant’anni, è raccomandabile eseguire sempre una mammografia per prevenzione oncologica prima di procedere. Il buon controllo clinico dovrebbe essere sempre parte integrante di un trattamento chirurgico seppur di natura estetica. A maggior ragione nel caso della mammella, la sede più frequente di tumore femminile.
L’intervento di riduzione del seno si svolge solitamente in anestesia generale, in regime di day hospital (con ricovero diurno) o di ricovero con degenza di uno o due giorni in clinica, in presenza di gigantomastie o condizioni generali compromesse da comorbidità. La durata dell’intervento varia da un’ora e mezza a quattro ore. Del pezzo rimosso si esegue un esame istologico di controllo. Il peso della mammella rimossa varia generalmente da 100 grammi a 3 chilogrammi per lato.
Incisioni differenti possono combinarsi a tecniche di riduzione ghiandolare anche simili. Disegni preoperatori, fondamentali per misurare sia la quantità e la localizzazione della pelle, del grasso e della ghiandola da rimuovere sia l’altezza del complesso areola-capezzolo, si combinano con procedure intraoperatorie di riduzione della ghiandola. Sono preferite le incisioni a T invertita (areola, braccio verticale e solco sottomammario) per la riduzione rispetto alla mastopessi ma in alcuni casi un’incisione verticale senza taglio nel solco consente di raggiungere ugualmente una forma ottimale del seno ridimensionato.
Esistono varie tecniche di rimodellamento che differiscono fra loro per la scelta del lembo dermo-ghiandolare portante il complesso areola-capezzolo e vascolarizzato con peduncolo a base orientata diversamente, allo stesso modo della mastopessi che è implicita nella riduzione del seno. La scelta dei vari tipi di incisione esterna sulla pelle e quindi delle cicatrici risultanti e la loro estensione dipendono dalla quantità di ghiandola mammaria che deve essere rimossa. Una parte della mammella, maggiormente la parte inferiore e laterale, viene asportata.
La liposuzione è un valido strumento che può accompagnare la riduzione chirurgica agendo sulle parti più periferiche della mammella dove il bisturi non arriva solitamente o arriverebbe a discapito di un taglio maggiore.
A penducolo vascolare a base inferiore, superiore, supero-mediale centro-mediale secondo una tecnica modificata dal dott. Riggio che preserva le arterie perforanti musculocutanee centrali e lo scarico venoso anche superomediale, laterale secondo Hamdi, a doppio peduncolo secondo McKissock, e raramente secondo Torek, che prevede il reinnesto dell’areola, in caso di gigantomastie e fattori di rischio concomitanti (diabetici e forti fumatori), etc. La tecnica può cambiare in funzione della grandezza della mammella, di quali porzioni di pelle, grasso e ghiandola devono essere ridotte, della distanza tra la nuova posizione del capezzolo e quella pre-intervento, dalla formazione ed esperienza del chirurgo plastico.
L’intervento di mastoplastica riduttiva necessita in genere di almeno quarantotto ore di riposo. Il dreanggio inserito durante l’intervento viene rimosso in pochi giorni se possibile, Nella fase immediatamente successiva all’operazione possono manifestarsi gonfiore ed ecchimosi, che tendono a scomparire progressivamente con il passare dei giorni. Dopo sette-dieci giorni la paziente può riprendere l’attività lavorativa, se non comporta sforzi eccessivi. Le cicatrici sono permanenti ma sempre facili da nascondere all’interno del reggiseno o del costume da bagno.
I risultati sono generalmente soddisfacenti, la riduzione della mammella è definitiva. I primi mesi, le mammelle sono forzatamente montate verso l’alto, si assesteranno spontaneamente nel corso di 4-5 mesi verso la forma definitiva dove il volume apparirà minore. Le cicatrici migliorano sempre progressivamente nell’arco di 6-12 mesi. Il seno può rilassarsi col trascorrere del tempo e l’invecchiamento e perdere proiezione a seconda del peso residuo e della forza di gravità, pertanto si raccomanda di indossare sempre per abitudine il reggiseno.
Le informazioni sulle eventuali controindicazioni e complicanze di ogni intervento chirurgico saranno fornite durante la prima visita, in seguito all’esame del caso specifico.
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