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Zenith System: nuovo originale approccio alla mastoplastica additiva

Agosto 30, 2012

Pubblicato sul numero di agosto della prestigiosa rivista medica Aesthetic Plastic Surgery l’importante studio clinico prospettico di fase III concernente il nuovo metodo di progettazione e realizzazione per mastoplastica additiva con protesi anatomiche, nello specifico ad extra-proiezione e di tipo dual-gel, basato sullo speciale Zenith System applicato alla chiurgia del seno.

Zenith System: traduzione italiana dell’ABSTRACT del lavoro scientifico (originale in lingua inglese, copyright Aesthetic Plastic Surgery)

Zenith System
Zenith System: nuovo originale approccio alla mastoplastica additiva

Introduzione
Le protesi extra-proiettate Natrelle 510 appartengono a una nuova generazione di impianti in silicone per l’aumento del seno. Uno studio prospettico svolto da un singolo chirurgo si è prefissato di: a) investigare le caratteristiche peculiari della nuova protesi, i risultati ottenibili e la percentuale di complicanze operatorie; b) definire un nuovo approccio alla mastoplastica additiva focalizzato su una nuova prospettiva ed appropriato metodo di misurazione anatomica, denominato in modo originale col termine disistema Zenith (Zenithsystem).

Metodi
Da Dicembre 2004 a giugno 2010, 75 donne (per un totale di 150 protesi) furono arruolate in 4 coorti: 1) mastoplastica additiva primaria (66.7%); 2) mastopessi-additiva primaria (17.3%); 3) secondaria sostituzione di protesi, precedentemente inserite. (9.3%); 4) secondaria sostituzione protesi + mastopessi (6.7%). Il sistema Zenith per selezionare la protesi al seno correla ilpunto di massima proiezione della protesi, denominatoVertice-zenith, alla posizione delcapezzolo. L’approccio chirurgico includeva: 1) tasca appositamente delimitata per avvolgere la protesi, con tecnica preferibilmente sottomuscolare dual-plane; 2) Vertice della protesi programmato 1-2,5 cm sotto la posizione del capezzolo (angolo di variazione zenith, 12°-23°) e posto in relazione ad una distanza fra capezzolo e solco inframammario di 7-7,5cm, misurata a estensibilità massima della pelle, e corrispondente a una distanza di 4-5cm fra due linee, la trasversale capezzolo-sterno e quella inframammaria; 3) solco inframammario spostato verso il basso minimamente, per non alterare la naturale armonia di questo elemento estetico del seno femminile; 4) vertice a +/-1 dal capezzolo; 4) ottimizzazione degli effetti biomeccanici fra: a) dinamica dei tessuti molli della mammella, b) pressione generata dal più denso (altamente coesivo) gel di silicone e c) contro-pressione generata dal muscolo gran pettorale; tutto allo scopo di espandere la cute del polo inferiore. L’autore ha coniato questo termine per dare un senso all’insieme di questi effetti: la “dynamic tension”.

Risultati
Medio follow-up di 26,5 mesi (range 6-72); in 20 donne, il follow-up fu più lungo, oltre 3 anni (media 50 mesi) con un elevato successo (grado di soddisfazione delle donne, 90,8%). Questo grado di soddisfazione fu inferiore solo in pazienti con ptosi del seno e quindi con un grado di difficoltà maggiore in partenza. La preservazione del solco inframammario fu possibile nel 60% delle protesi impiantate mentre le modificazioni del solco furono eseguite nel 40% per uno spostamento verso il basso stimato in 0,80cm +/-0,45 e comunque minimo rispetto ad altri metodi utilizzati in passato nelle mastoplastica. La frequenza globale di complicazioni fu del 16.6% per protesi: imperfetta guarigione o cicatrizzazione della ferita chirurgica (7%), rotazione della protesi minima rispetto alle esperienze chirurgiche già pubblicate (2,6%, ma solamente 1% dopo mastoplastica additiva primaria), pieghe (rippling) (2%), contrattura capsulare (1,3%), cedimento sottomammario (bottoming-out) (0,6%). La percentuale di re-interventi fu molto bassa, 6%, di cui 3,3% furono revisioni chirurgiche delle cavità contenenti la protesi.

Conclusioni
Per impiegare queste protesi ed utilizzare questo nuovo sistema è necessario avere una maggiore esperienza acquisibile soltanto attraverso adeguata curva di apprendimento, maggior coinvolgimento ed educazione della paziente, attenta selezioni dei casi, una pianificazione centrata sul rapporto Capezzolo-Vertice (Zenith system), ed una affinata manualità chirurgica. Indicazioni/e controindicazioni furono analizzate nello studio. I risultati cosmetici furono largamente in armonia con differenti forme di seno, ed in particolare eccellenti quando riferite al seno piccolo, con proiezione scarsa, di donne snelle (con basso BMI).

Contatti

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