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DIARIO

ll blog del Dott. Egidio Riggio e le numerose interviste sugli innovativi interventi di chirurgia plastica rilasciate dal chirurgo


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Marzo 14, 2022 Rassegna Stampa

La rinoplastica è la correzione di alcune imperfezioni del naso.

Oggi è possibile rimodellare il proprio naso sia con un intervento chirurgico che con tecniche alternative.

Rinoplastica: le tecniche a confronto

In cosa consiste l’intervento chirurgico di rinoplastica?

Alla base della rinoplastica vi è la necessità, da parte del paziente, di migliorare l’aspetto estetico del naso, e di conseguenza del volto, o per migliorarne la funzionalità.

A volte eliminare un piccolo difetto sul viso migliora la totalità del volto, avere un naso perfetto significa acquisire lineamenti più aggraziati ed addolcire il viso.

Il paziente sceglie di rifarsi il naso per svariate motivazioni, quali:

  • non accettazione di forma o dimensione del naso
  • deviazione del setto nasale che impedisce la corretta respirazione

Vi sono due modalità per effettuare la tecnica chirurgica di rinoplastica:

  • rinoplastica aperta
  • rinoplastica chiusa

La rinoplastica aperta viene effettuata attraverso un piccolo taglio situato a metà della columella (quella parte più esterna del setto rivestita da pelle tra le due narici, che si prolunga all’interno delle ali del naso al di sotto delle cartilagini).

Attraverso questa tecnica chirurgica, il chirurgo ha una visione diretta delle strutture nasali.

La rinoplastica chiusa prevede che si effettui soltanto un’incisione interna alle narici, così da rimodellare il naso senza incisioni esterne.

Questa procedura non è tecnicamente più complessa della prima, ma richiede manualità e progettualità specifiche ma col vantaggio che al paziente non resterà alcuna cicatrice visibile.

Le due tecniche devono essere eseguite da un chirurgo plastico esperto, il quale saprà scegliere la procedura migliore in base alla modifica che il paziente desidera ottenere per il proprio naso.

La rinoplastica può essere eseguita sia in anestesia totale o locale ma sempre con l’assistenza del medico anestesista ed il paziente potrà essere dimesso il giorno stesso dell’intervento oppure, al più tardi, il giorno successivo.

Rinoplastica non chirurgica mini invasiva, di cosa si tratta?

Una valida alternativa all’intervento chirurgico per migliorare l’estetica del naso è il Rinofiller.

Protagonisti di questa procedura sono i filler volumizzanti con acido ialuronico.

Questa tecnica viene eseguita in ambulatorio, utilizzando specifici filler, utilizzati anche per riempire le rughe del viso.

Il filler iniettabile è un riempitivo dei tessuti molli che si inietta nella pelle a varie profondità.

I difetti che attraverso questa tecnica possono essere nascosti, eliminati, sono:

  • le gobbe o deviazioni (i filler riempiranno le aree non regolari)
  • il volume del naso (sollevandone la punta o alzando la radice di esso)

Non esiste una  rinoplastica minima, tanto meno una Rinoplastica Smart. Sono solo trovate pubblicitarie.

Esiste invece la rinoplastica “parziale” esclusivamente del dorso del naso allo scopo di ridurre una piccola gobba o della punta dove viene ridotta una punta larga, a bulbo a o a patata, ma senza dover toccare la parte ossea del dorso, solamente le cartilagini del naso. In questi due tipi di rinoplastica non  vengono utilizzati i soliti tamponi post operatori ma anche soltanto delle piccole garze morbide, cosiddette grasse con paraffina o connettivina, facilmente rimuovibili 12-24 ore dopo.

 noti gessetti posti sul naso, di materiale plastico, sono necessari e insostituibili nell’immediato post-operatorio laddove bisogna proteggere la struttura ossea ricomposta durante la rinoplastica.

Rinoplastica: durata e post-intervento

Il Rinofiller non prevede anestesia a differenza dell’intervento chirurgico.

Il chirurgo, infatti, potrebbe applicare una semplice crema anestetica per alleviare il fastidio durante la seduta.

Una seduta di rinofiller dura circa 30 minuti, in studio, mentre un intervento chirurgico ha una durata di almeno un’ora in sala operatoria.

Il post operatorio previsto per un intervento chirurgico è di 7 giorni, durante i quali non sarà possibile per il paziente:

  • soffiare il naso
  • fare sport
  • fare movimenti bruschi con il capo

Dopo una seduta di Rinofiller, invece, il paziente potrà tornare subito alle abitudini quotidiane.

I filler sono inerti ed i prodotti utilizzati sono riassorbibili. Il medico consiglierà al paziente di non esporsi al sole nelle ore successive alla seduta ed evitare l’uso degli occhiali. Può generare un gonfiore modesto,  lieve prurito e temporanee irritazioni cutanee.

Dopo l’intervento chirurgico il naso del paziente risulterà gonfio anche per mesi, sia dal versante cutaneo che interno a livello delle mucose.

Dopo circa 7-10 giorni, il paziente dovrà effettuare una visita di controllo in cui verrà eliminata la protezione rigida che ricopre il naso e verranno applicati dei cerotti.

Il naso resterà gonfio per ulteriori giorni, quindi si potrà tornare alla normalità dopo svariate settimane.

Il risultato di un naso perfetto con la rinoplastica non chirurgica

Il rinofiller è una tecnica moderna ed efficace per migliorare rapidamente il profilo del naso.

E’ una procedura prettamente estetica e bisogna sottolineare che non è indicata per chi ha problemi funzionali nasali.

Come per molti trattamenti estetici queste tecniche,  nonostante siano meno invasive, devono essere eseguite da professionisti certificati.

Il rinofiller non sostituisce la vera rinoplastica ma può essere una opportuna opzione per difetti moderati e per persone che non vogliono sottoporsi ad una operazione chirurgica, con tutto quello che questa comporta per la guarigione.

E’ però pur sempre da precisare che il filler al naso non è privo di complicanze, anche importanti, e nella regione nasale è raccomandabile che sia eseguito da chirurghi plastici che conoscono bene l’anatomia del naso e le tecniche di rinoplastica.

Questa raccomandazione è necessaria, in quanto non si tratta qui di riempire una ruga superficiale e in genere i segni di invecchiamento del viso, ben studiati dalla medicina estetica.

I specialisti in chirurgia plastica sapranno valutare singolarmente il caso da trattare e consigliare al meglio il paziente sulla scelta della tecnica più adatta, allo scopo di operare in sicurezza per raggiungere gli obiettivi condivisi col paziente.

Conclusioni

Le tecniche non invasive nel rimodellamento del naso sono un’ottima soluzione, se eseguite da mani esperte, per chi vuole correggere i suoi difetti estetici  senza dover affrontare un intervento chirurgico.

 

Fonte: DOSSIER SALUTE – Pubblicato il 10 Marzo 2022


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Febbraio 18, 2022 Corpo

Il dott. Egidio Riggio ha presentato la sua esperienza su LIFTING GLUTEI al congresso internazionale SIES, Società Italiana di medicina Estetica e Chirurgia. Alle soluzione più invasive dei lifting convenzionali, con incisioni estese oppure la gluteoplastica con protesi glutee in silicone, praticate da 20 anni si aggiunge una innovazione, la sospensione elastica permanente (Buttock Lift with Threads)  con migliori prospettive in termini di sicurezza, minima invasività, cicatrici di pochi millimetri e buona tollerabilità.


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Gennaio 30, 2022 NewsRassegna Stampa

Al dott. Egidio Riggio è stato rinnovato la nomina a Editor-in-Chief (EiC) della rivista scientifica internazionale Surgical Techniques Development.

https://www.mdpi.com/journal/std/editors

Surgical Techniques Development è una rivista in lingua inglese, Open-Access disponibile solo online, che sfrutta il sistema di peer-review,. Dal nuovo anno è stata acquistata da  MDPI, publisher  di riviste scientifiche internazionali in diversi settori che ha sede in Svizzera a Basilea.


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Gennaio 10, 2022 CorpoNewsRassegna Stampa

Il rimodellamento dei glutei è sempre più ricercato dalle donne che hanno difficoltà nell’avere un corpo più tonico.

Le diete e la costante attività fisica non sono sempre in grado di modellare i glutei quanto lo si desidera.

Molti medici estetici, quindi, consigliano sempre più frequentemente tecniche innovative sicure, molto performanti e che non lasciano cicatrici.

Rimodellare i glutei per piacersi e per sentirsi meglio con sé stesse

Ritoccare i glutei è per le donne sinonimo di sentirsi più belle, accettare di più il proprio fisico e avere una più vasta scelta di abiti da acquistare quando si fa shopping!

Il rimodellamento dei glutei è  ricercato anche per le donne che non hanno le “rotondità” giuste nella zona glutea e vorrebbero migliorare questo aspetto sentendosi più affascinanti e più in armonia con il proprio corpo.

Molte donne soffrono di inestetismi :

  • cellulite,
  • pelle a buccia d’arancia
  • smagliature

e si è sempre più alla ricerca di tecniche meno invasive per eliminarli del tutto.

Rimodellamento del lato B, perché farlo?

Spesso le donne sentono la necessità di modellare i propri glutei, questo avviene perché spesso per fattori genetici o per sovrappeso i glutei diventano adiposi, quindi ricchi di grasso in più.

Anche una vita sedentaria , l’età che avanza e  le gravidanze influiscono sulla presenza di adiposità ed inestetismi, per questo molte donne ricercano la soluzione migliore per rimodellarsi, affidandosi al proprio chirurgo estetico di fiducia.

Liposuzione e lifting: due tecniche efficaci ma attenzione alle cicatrici!

E’ assodato che, volere una pelle migliore e delle curve perfette, spesso ci costa avere delle cicatrici che non andranno via con il tempo.

La liposuzione è utilizzata da molto tempo, ma questa tecnica prevede che ci siano una o più incisioni sulla pelle, e, di conseguenza, qualsiasi incisione il medico sarà  obbligato a fare rilascerà segni quali le cicatrici.

E’ una tecnica, oggi, sicuramente meno invasiva rispetto ad anni fa, perché molto studiata e perfezionata nel tempo ma riporterà delle cicatrici, anche se piccole e poco evidenti.

Anche il lifting è una tecnica molto usata, questa prevede però che vi siano delle incisioni nella zona da trattare.

Il chirurgo andrà prima a distendere la cute e successivamente ad eliminare il tessuto in eccesso, con adiposità, cellulite o per donare una tonicità maggiore.

Anche questa tecnica, prevedendo delle incisioni, rilascerà cicatrici sul corpo della paziente.

Il lifting dei glutei con la tecnica a sospensione elastica

La chirurgia estetica dei glutei si esegue con tecniche innovative eseguite dalle mani esperte di medici sempre più preparati e specializzati.

Una tra le tecniche più innovative nel campo della chirurgia estetica è il lifting del gluteo con i fili Elasticum, una tipologia di modellamento gluteo di ultima generazione.

Si esegue attraverso l’utilizzo di fili elastici, di silicone, creati per la sospensione e trazione dei tessuti.

La procedura prevede che il chirurgo introduca e posizioni il filo nel sottocute, tirando successivamente i due capi del filo.

Il tessuto adiposo si solleva, i glutei risultano più alti, più armoniosi proprio come si sperava.

Il filo Elasticum  è invisibile, non rilascia alcun segno, il risultato è immediato e mininvasivo, dura diversi anni senza effetti collaterali.

La procedura con fili a sospensione si esegue in ambulatorio, in anestesia locale.

Il chirurgo plastico altamente qualificato e specializzato in tecniche innovative come questa, assicura al paziente glutei scolpiti senza cicatrici né protesi ed in linea con i risultati sperati.

Un’ulteriore procedura alternativa è quella a base di acido ialuronico.

L’utilizzo di questa sostanza (l’acido ialuronico) è molto diffusa, grazie anche alla sua sicurezza e la compatibilità con l’organismo.

La potenza dell’acido ialuronico sta nello stimolare la produzione di collagene, utile per aumentare il tono del tessuto interessato da inestetismi.

Le iniezioni di acido ialuronico renderanno i glutei più curvi, dalla consistenza morbida e sarà evidente l’aspetto più tonico e naturale.

Questo sarà possibile senza alcun taglio, anestesia e nessuna cicatrice.

Il trattamento con acido ialuronico viene effettuato in ambulatorio, ha la durata di 30 minuti circa, è una delle soluzioni più efficaci per rimodellare il proprio Lato B, senza doversi preoccupare di subire un intervento.

Aumentare i glutei senza chirurgia si può!

Questi metodi sono la scelta più idonea per chi non vuole sottoporsi ad un intervento di gluteoplastica anche chiamato Brazilian Butt Lift.

un intervento chirurgico che consente di modificare la forma e dimensione dei glutei attraverso l’utilizzo del grasso, di protesi glutee in silicone.

Alcune donne, scelgono queste tecniche anche per l’impossibilità di potersi affidare alla chirurgia perché troppo magre, tanto da non avere depositi di grasso utili per effettuare una liposcultura o un lipofilling.

Modellare i glutei in maniera meno invasiva, in cui non sono richieste precauzioni, è possibile grazie a queste tecniche che aiuteranno quelle donne con un Lato B troppo piatto o piccolo, dei glutei cadenti e flaccidi, che si presentano senza consistenza o forma.

I risultati saranno immediati, si potrà accontentare la propria paziente in base alle sue volontà, in assenza di dolore e dal risultato subito voluminoso.

E’ importante ricordare che queste tecniche innovative, che non rilasceranno segni sulla nostra pelle, hanno un effetto non permanente, quindi i trattamenti andrebbero ripetuti nel tempo per avere dei glutei sempre perfetti.

 

Fonte: DOSSIER SALUTE – Pubblicato il 21 Dicembre 2021


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Gennaio 10, 2022 NewsRassegna StampaViso

In medicina estetica non esistono solo trattamenti chirurgici per apportare miglioramenti a viso, labbra, palpebre, correggere gli inestetismi principali ed effettuare lifting facciali.

Sono molte le tecniche conosciute per ogni medico specializzato in medicina e chirurgia estetica da trattare nel proprio studio senza dover intervenire chirurgicamente, per il ringiovanimento in generale.

I trattamenti non chirurgici in medicina estetica

È difficile ignorare l’invecchiamento che avanza sul nostro volto, guardandoci allo specchio noteremo piccole rughe intorno agli occhi o alle labbra, le macchie dell’età e qualche cedimento della pelle.

Ci sono oggi dei modi per non finire sotto i ferri, migliorando questi aspetti ed effettuando trattamenti non chirurgici

Tra i tanti trattamenti non chirurgici vi sono:

  • La cheilopastica (il rimodellamento e aumento del volume delle labbra)
  • La blefaroplastica (il miglioramento delle palpebre dovuto alle borse sotto gli occhi)
  • Il Peeling chimico (il rinnovamento cellulare della pelle attraverso l’iniezione di sostanze chimiche)
  • Il Soft Lifting con fili in PDO (trattamento antiage con l’utilizzo di un filo in polidiossanone)
  • Tecniche di biostimolazione e biorigenerazione attraverso microiniezioni nella pelle di Plasma Ricco di Piastrine (PRP)
  • Il Nano Fat Graft (Lipofilling), il riempimento delle rughe con una soluzione oleosa
  • Il Botulino (la distensione della cute con iniezioni della proteina denominata Tossina Botulinica)
  • Il Filler (trattamento con acido ialuronico per riempire le rughe d’espressione)

Ringiovanimento del viso: quanto sono diffusi i trattamenti non chirurgici?

Alcuni studi hanno confermato che tra i trattamenti non chirurgici il più diffuso fino ad oggi è stato il Botulino, denominato anche Botox, in cima alla lista delle procedure cosmetiche minimamente invasive più utilizzato e scelto.

Solo nel 2019 sono state 7,7 milioni le iniezioni, seguito dal Filler con 2,7 milioni ed il Peeling chimico con 1,3 milioni di procedure.

Nel complesso, le procedure estetiche non chirurgiche sono aumentate del 2% nelle donne e sempre più spesso scelte anche dagli uomini.

Questo dipende dal fatto che questi trattamenti sono sia “abbordabili” sia perché richiedono meno tempo rispetto ad un trattamento chirurgico.

Ringiovanimento del viso: i benefici degli approcci non chirurgici

Anche se i trattamenti non chirurgici potrebbero probabilmente non darvi un risultato perfetto, come un lifting facciale chirurgico, sono molto efficaci per combattere:

  • Rughe e pieghe profonde
  • Perdita del volume facciale
  • Tono e elasticità della pelle

I benefici sono sia economici (poiché in media un lifting chirurgico costa dieci volte di più rispetto al Filler, Botulino o peeling chimico) che nei tempi di recupero.

Effettuando un trattamento non chirurgico i tempi di recupero sono infatti più brevi, con alcune procedure si può rientrare a lavoro il giorno stesso dopo il trattamento, molte tecniche utilizzate impiegano meno di un’ora di trattamento.

Il senso di fastidio è minore rispetto ad una procedura chirurgica, dopo un trattamento cosmetico non chirurgico sarà necessaria una cura lieve ed in alcuni casi la somministrazione di un antidolorifico.

Meno rischi nel complesso, dunque, non dovendo sottoporsi ad un’anestesia generale o grandi incisioni.

Ringiovanimento del viso: quali trattamenti scegliere?

È importante scegliere con attenzione, con il proprio medico estetico di fiducia, il giusto trattamento per il ringiovanimento del viso cambiare il “difetto del proprio volto” che si desidera.

Tra i difetti più comuni si cerca di avere una pelle più luminosa, diminuire le rughe del contorno occhi ed avere una pelle più elastica e meno “decadente”.

Cambiamenti, miglioramenti, ricercati sia dagli uomini che dalle donne da poter apportare senza dover “finire sotto i ferri”.

Si andrà a scegliere il Botulino per ridurre la comparsa delle rughe, ad esempio, poiché estremamente adatta come terapia iniettabile e molto efficace.

Queste iniezioni andranno a bloccare temporaneamente i segnali nervosi e le contrazioni muscolari del volto, maggiormente utilizzati nel contorno occhi e tra le sopracciglia.

Iniezioni utili per rallentare la formazione di nuove rughe e prevenire la contrazione di alcuni muscoli facciali.

rischi di questo trattamento non chirurgico includono solo del rossore, gonfiore, mal di testa occasionale ed i risultati durano per 3 o 4 mesi.

Il Filler è un trattamento non invasivo molto efficace per combattere le rughe tanto odiate e ripristinare il ringiovanimento perso in alcune aree del volto.

I filler dermici sono trattamenti iniettabili costituiti da sostanze gel come l’acido ialuronico.

Questo trattamento è l’opzione migliore per il risollevamento di zigomi, mento e ripristinare il contorno.

La durata del Filler va dai 6 ai 12 mesi.

Un ulteriore lifting non chirurgico è l’ Ultherapy, una tecnica molto conosciuta di ultima generazione già utilizzato in America che si sta affacciando in Europa ed in Italia.

Questo trattamento è perfetto anche per chi ha paura degli aghi o chi appunto non vuole sottoporsi ad un intervento chirurgico per ripristinare i naturali lineamenti del viso.

Questa tecnica si avvale di ultrasuoni microfocalizzati per la riattivazione del collagene, un trattamento con ultrasuoni dura 40-45 minuti con un’unica sensazione successiva di intorpidimento e calore.

Conclusioni

trattamenti non chirurgici meritano di essere preferiti da uomini e donne rispetto a quelli invasivi non richiedendo particolari preparazioni sia nel pre che nel post trattamento.

Offrono dei risultati che non vanno ad alterare l’originaria armonia del volto, riducendo l’invecchiamento facciale in uno studio medico, senza l’utilizzo del bisturi per sentirsi più belli e giovani.

 

Fonte: DOSSIER SALUTE – Pubblicato il 14 Dicembre 2021


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Dicembre 1, 2021 NewsRassegna StampaSeno

Il seno è sempre stato visto come elemento caratterizzante della figura della donna, rappresentandone la sua possibilità di essere madre, la sua femminilità. È anche vero, però, che dà molto buona parte delle donne è costretta a combattere contro i diversi mali che attaccano quest’organo così importante.

Dunque è necessario imparare a prendersi cura autonomamente, e con l’aiuto di specialisti del proprio seno.

Come?

Attraverso l’autopalpazione, le visite e gli screening gratuiti.

Come prendersi cura del proprio seno: partiamo dalla prevenzione

Innanzitutto la prevenzione nel senso più ampio del significato della parola salute comprende il prendersi cura del corpo, comprende la preservazione del proprio stato di benessere psichico e fisico, e a ragion veduta specialmente benessere del seno come del viso. Agenti fisichi, chimici o meccanici  possono attaccare il seno e la primissima prevenzione parte da piccoli gesti e accorgimenti.

  • la scelta del reggiseno, che, soprattutto se dotato di ferretti e/o bretelle, non lasci alcun segno o comprima eccessivamente la circolazione venosa superficiale.
  • La corretta idratazione detersione della pelle con dei prodotti poco aggressivi
  • La postura.
  • Lo sport. L’uso del reggiseno elasticizzato è importante, soprattutto per le mammelle medio-grandi o quelle già eccessivamente mobili.

Non può mancare, tra questi piccoli accorgimenti, anche una corretta alimentazione, che preveda molta frutta e verdura, consigliando anche di evitare di inalare ed esalare fumo da sigarette.

La prevenzione comprende anche uno strumento di estrema importanza che le donne possono autonomamente utilizzare: l’autopalpazione.

Questa pratica permette di monitorare il proprio seno e tutti i suoi cambiamenti, in modo tale da definire precocemente un qualsiasi cambiamento anomalo. Permette di conoscersi e di saper così distinguere se qualcosa di diverso, di nuovo si sente.

Si consiglia, una volta raggiunti i 20 anni di età, di effettuare mensilmente, possibilmente una settimana dopo il termine delle mestruazioni, questo tipo di autocontrollo.

Primo sentore di un possibile tumore al seno è la presenza di un nodulo, in uno o entrambi i seni, riconoscibile proprio grazie a questa tecnica.

Solitamente la sua presenza non implica dolore, ma può essere facilmente percepito attraverso il contatto o può essere addirittura visibile.

Bisogna, inoltre, prestare molta attenzione ai cambiamenti nel nostro seno, parliamo quindi di ingrossamento, dall’aspetto del capezzolo, che può tendere a ritirarsi o a farsi più sporgente.

Meno frequente, ma possibile, è che non vi sia alcuno di questi sintomi e, di conseguenza, si consiglia sempre di consultare periodicamente un esperto.

Come si esegue l’autopalpazione?

Prima di eseguire una vera e propria autopalpazione, è necessario che si faccia un’attenta osservazione della zona interessata, possibilmente alla luce e di fronte ad uno specchio.

Per avere una visuale completa, si consiglia di iniziare innanzitutto stando in posizione eretta e con le braccia lungo i fianchi, successivamente alzando le braccia e ponendole stese sulla testa.

Man mano è necessario osservare con attenzione il proprio seno, in modo tale da registrare la possibile presenza di qualche anomalia già visibile ad occhio nudo.

Solo dopo aver terminato l’osservazione, si può passare al contatto diretto.

Per prima cosa, si posa il braccio del seno che si sta per analizzare dietro la nuca, e si inizia a palpare con tre dita (indice, medio e anulare) tutta la superficie mammaria (con le dita a piatto e non con i polpastrelli di queste dita).

Pprima con dei movimenti circolari, poi radiali (partendo dalla periferia del seno sino al capezzolo) e lineari (in linea retta, dall’alto verso il basso).

Ogni movimento deve essere accompagnato da una leggera pressione.

Tali manovre vanno poi effettuate anche in posizione supina.

La palpazione va fatta anche nella zona ascellare e nella zona circostante lo sterno.

Infine, si passa al capezzolo, che va premuto delicatamente con pollice e indice, in modo tale da registrare qualche possibile perdita di un liquido.

Come prendersi cura del proprio seno: a chi mi devo rivolgere?

L’autopalpazione è fondamentale, poiché permette di registrare immediatamente qualche possibile avvallamento, ripiegatura, fossetta o nodulo presente sul nostro seno.

Non bisogna subito allarmarsi, poiché la presenza di questi elementi potrebbe essere anche sentore di un corpo di natura benigna, come una cisti o un fibroadenoma ad esempio

Proprio per questo motivo è importantissimo un consulto medico, che possa accertare la natura dell’anomalia.

Una visita senologica consiste in una semplice analisi effettuata dal medico specialista, indolore e non invasiva.

È sempre consigliato di effettuarne una almeno una volta prima dei 30-40 anni e, superata questa età, annualmente.

Se non si dovessero riscontrare alcune stranezze, la visita senologica non necessita di alcun intervento.

Nel caso contrario, e quindi se si dovesse riscontrare la presenza di corpi estranei e di natura incerta, sarebbe necessario ricorrere ad altri metodi di diagnostica.

Una tradizionale visita al seno prevede prima di tutto una generale conoscenza della storia clinica del paziente, attraverso una serie di domande che lo specialista pone alla donna, quali:

  • precedenti gravidanze
  • regolarità del ciclo mestruale
  • malattie varie

Finita la fase di conoscenza, si passa alla visita vera e propria, in cui il medico osserva e palpa la zona interessata.

La visita senologica

Questo tipo di visita va effettuata abbastanza frequentemente, soprattutto una volta raggiunti i 30 anni, anche semplicemente per monitorare il proprio seno in modo tale da evitare future malformazioni.

Se, invece, si dovesse sospettare la presenza di un nodulo, è importante rivolgersi tempestivamente al medico senologo, così da capire subito la natura del corpo.

Se ci si dovesse ritrovare in una situazione di questo tipo, la visita, allora, potrebbe comprendere anche un’analisi più approfondita attraverso un’ecografia mammaria, una biopsia (agoaspirato) o una mammografia.

Purtroppo, non tutti i tumori prevedono un programma di screening.

Il carcinoma della mammella che rappresenta il tumore più frequente nella donna si avvale dello screening radiologico che resta imprescindibile nelle fasce d’età a maggior rischio.

La palpazione è utile ma non è sufficiente, gli esami strumentali consentono di riconoscere i tumori in una fase ben più precoce e garantire una guarigione più rapida e sicura.

Per quanto riguarda il tumore al seno, lo screening per la diagnosi precoce è rivolto a tutte le donne di età compresa tra i 35/40 anni a seconda di indicazioni specifiche e i 69 anni e consiste in una mammografia ogni 1/2 anni, permettendo di ridurre notevolmente la mortalità per questo tipo di male.

Questo esame, che è di tipo radiologico, prevede un’analisi accurata del seno che permette di individuare tutti quei noduli ancora troppo piccoli per essere percepiti attraverso l’autopalpazione ma che potrebbero preannunciare la presenza di un tumore.

Se la mammografia dovesse riscontrare anomalie, prima di comunicare una diagnosi certa il medico specialista fa eseguire ulteriori esami di approfondimento, quali una seconda mammografia, un’ecografia e una ulteriore visita clinica, a cui potrebbe seguire anche un ago aspirato o una  biopsia guidata dagli strumenti radiologici oggi a disposizione, per verificare la natura del nodulo.

 

Fonte: DOSSIER SALUTE – Pubblicato il 29 Settembre 2021


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Dicembre 1, 2021 NewsRassegna StampaSeno

La mastoplastica additiva è l’intervento di chirurgia estetica più richiesto.

Si tratta dell’aumento delle dimensioni del seno, avviene ponendo delle protesi sotto il tessuto mammario o muscoli del torace.

Le donne che decidono di effettuare questo intervento sperano di sentirsi più sicure, di piacersi di più ed apprezzarsi, dunque per motivi estetici.

Ma molte altre donne ricostruiscono il seno per condizioni differenti.

Perché sottoporsi a mastoplastica additiva

Solitamente le pazienti si sottopongono a mastoplastica additiva quando pensano di avere un seno troppo piccolo, o se hanno un seno più piccolo dell’altro, cioè hanno seni vistosamente asimmetrici.

Per questo hanno difficoltà nel vestirsi ed accettarsi.

Altre donne decidono di intervenire dopo una dieta importante che ha provocato, di fatto, uno svuotamento importante dei seni causando un effetto estetico molto poco gradevole.

Poi ci sono pazienti che, in qualche modo, sono costrette a ricorrere all’impianto di protesi simili a quelle che si usano nella mastoplastica additiva estetica, ovvero le pazienti che hanno subito intervento di mastectomia, l’asportazione della mammella.

Solitamente questo intervento viene eseguito in presenza di tumore al seno ma anche in quelle donne, poche fortunatamente, che presentano un alto rischio genetico.

Qualunque sia il motivo, comunque,  è importante che la donna si confronti e ne parli con il chirurgo plastico, in modo da definire gli obiettivi e discutere le aspettative.

Mastoplastica additiva: i rischi

L’aumento del seno può comportare dei rischi, quali:

  • dolore al seno,
  • tessuto cicatriziale che può distorcere la forma dell’impianto mammario,
  • infezione,
  • cambiamenti nella sensazione del capezzolo o del seno,
  • cambiamenti di posizione dell’impianto o la sua rottura

se dovessero verificarsi  una o più di queste condizioni sarà necessario, per la paziente, effettuare interventi aggiuntivi, salvo i disturbi della sensibilità nervosa.

La scelta delle protesi è sicuramente un momento importante poiché potrà condizionare il risultato che la donna desidera.

Ce ne sono di varie dimensioni e materiale, marche e modelli.

Ma sarà il chirurgo plastico ad avere questo compito che valuterà la protesi adatta sia per la conformazione fisica della paziente che per le caratteristiche dei loro tessuti.

Mastoplastica additiva: le tecniche innovative

Fatta questa premessa sui punti salienti di quello che una donna decide di fare, dei rischi etc. è importante conoscere le varie tecniche che negli anni sono state approntate, sia con la sperimentazione che con gli studi di molteplici specialisti di settore.

  • La tecnica denominata Impianto Sotto-ghiandolare, consiste nel porre la protesi tra la ghiandola mammaria e il muscolo grande pettorale, seguendo insomma la naturale conformazione anatomica del corpo. Questo breve intervento viene effettuato in anestesia locale, è accessibile a tutte le donne che prendono la decisione di aumentare il volume del proprio seno. Il decorso post operatorio non è lungo come per le altre tipologie di mastoplastica. I risultati sono ottimi, le complicazioni ridotte.
  • La tecnica Impianto Sotto-muscolare, come accenna la parola stessa, prevede il posizionamento della protesi sotto al muscolo. Questa tecnica non è migliore o peggiore della precedente, ma la si valuta in base alla costituzione della paziente. Il muscolo in questa tecnica andrà a coprire maggiormente l’impianto, i normali movimenti delle braccia favoriranno la stimolazione del muscolo pettorale, però il posizionamento delle protesi è più rigido. Si riduce il rischio di contrattura capsulare, le protesi non avranno increspature evidenti, la mammografia potrà essere effettuata a maggior ragione senza problemi. Le donne con poco tessuto ghiandolare rischieranno molto meno che l’impianto sia visibile.
  • Impianto misto, in “due piani”, Dual Plane: in questo caso la tasca contenente la protesi è parzialmente sotto il muscolo grande pettorale, in modo che la protesi nell’area centrale sotto l’areola, al centro del seno risulterà sotto-ghiandolare. Questa tecnica renderà il risultato naturaleduraturo, riducendo il rischio di percepire una contrattura e meno di notare pieghe a carico della superficie delle protesi.

Questa ultima tecnica è stata ideata dal Dott. JB Tebbetts, che ha anche schematizzato la tecnica in 3 livelli di applicazione.

Questo intervento altera l’anatomia muscolare ma è una soluzione valida tra gli interventi di mastoplastica additiva.

Un’ulteriore tecnica innovativa è stata ideata dal Dott. Khan, denominata Muscle-spitting che, a differenza delle altre tecniche, prevede l’utilizzo di una tasca posizionata contemporaneamente dietro e difronte al muscolo pettorale.

Un’ulteriore tecnica denominata Vertical Plane del Dott. Riggio è subentrata negli ultimi anni, e prevede in particolare la parziale recisione del muscolo gran pettorale verticalmente, implementando i vantaggi della Dual Plane classica.

In alcuni casi l’inserimento della protesi può essere sotto-fasciale, altra tecnica più recente.

La protesi viene inserita sotto la fascia del muscolo grande pettorale, tra la fascia e le fibre del muscolo, questa tecnica non ha vantaggi ad oggi rispetto alle altre sopra citate.

I risultati degli interventi

Il decorso post operatorio nelle tecniche di mastoplastica prevede di poter evitare il drenaggio senza rischi né complicanze aggiuntive.

Nelle quarantotto ore successive all’intervento è necessario rimanere a riposo, si potrebbero manifestare delle ecchimosi e gonfiore, che spariranno in breve tempo.

Bisognerà evitare sforzi eccessivi che interessano le braccia come per delle attività sportive per un mese circa.

I risultati di questo intervento sono altamente positivi, duraturi.

Se la tecnica chirurgica sarà stata eseguita alla perfezione la soddisfazione della paziente sarà elevata, aumentando così l’autostima e le relazioni personali.

L’unica cosa da considerare, sarà il passare del tempo, l’invecchiamento a cui è soggetto il seno e l’usura delle protesi con l’eventuale sostituzione per rottura.

Questo evento è sempre possibile, deve essere tenuto sempre in considerazione, e può non stupire che le donne siano sottoposte nel tempo a una o anche più revisioni chirurgiche con l’inserimento di nuove protesi.

La maggior parte delle aziende produttrici fornisce le nuove protesi a titolo gratuito, in caso di rottura nel corso della vita, che allevia le spese legate alla nuova operazione.

La rottura di una protesi è rara, tuttavia le protesi hanno una durata che può variare ed accertarsi che tutto vada bene è possibile effettuando, e non rinunciandovi mai, visite periodiche di controllo.

 

Fonte: DOSSIER SALUTE – Pubblicato il 29 Ottobre 2021


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Ottobre 19, 2021 NewsRassegna StampaSeno
La redazione della LILT Milano Monza Brianza intervista il dott. Egidio Riggio, fra i migliori chirurghi esperti in chirurgia plastica del seno.

Chirurgia oncoplastica mammaria: le protesi mammarie
“Prendersi del tempo, confrontarsi col proprio oncologo sui diversi modelli, risolvere insieme dubbi e timori. Di cosa stiamo parlando? Delle protesi mammarie, che di tanto in tanto tornano alla ribalta non per parlare dei vantaggi, ma dei rischi. Ultima, la probabilità di ammalarsi di un tumore raro chiamato linfoma anaplastico a grandi cellule tra chi indossa protesi al silicone. Ma cosa c’è di vero? E quali sono le regole che deve seguire chi ha una protesi mammaria? Infine, è possibile un’alternativa? Ne abbiamo parlato con Egidio Riggio, chirurgo plastico Istituto nazionale dei Tumori di Milano.”

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